IL BAMBOLO
Di Irene Petra Zani
Con Linda Caridi
Regia Giampiero Judica
Aiuto regia Anna Zanetti
Scene e costumi Lucia Menegazzo
Luci Giacomo Marettelli Priorelli
Produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini
per Infinito Produzioni e Argot Produzioni
Una donna bizzarra indossa un impermeabile opaco, le scarpette trasparenti, di quelle che si mettono per non ferirsi sugli scogli. Gli occhiali grandi, tondi, con le lenti gialle e un cappellino da pescatore che si toglie e rimette, toglie e rimette.
Per le scarpette ormai è troppo tardi, gli scogli in passato li ha attraversati a piedi nudi e il sole forse non l’ha mai visto veramente.
Siamo in riva al mare, le onde vanno e vengono, ma siamo anche in un fast food a mangiare fino a scoppiare, è così che imparava a dimenticare quello che succedeva nella cameretta, il padre entrava brusco dalla porta e lei voleva sparire in fretta e non mangiare più.
Il bambolo, una presenza bianca e lucida quasi fosse una tela da dipingere con tutto ciò che le è sempre mancato, ma avrebbe sempre voluto, l’amore della madre e un padre attento a non far sì che ti entri la sabbia negli occhi.
Durante lo spettacolo non facciamo altro che togliere strati, uno per volta. Ci si spoglia dalle corazze. Prima l’impermeabile, poi il giubbotto di salvataggio che la donna si è stretta bene al petto. Ci addentriamo nei luoghi evocati e li vediamo chiaramente grazie alle parole di Irene Petra Zani e la voce di Linda Caridi. Il bambolo è uno spettacolo di sincera poesia. Racconta di come si rinasce. Di come si sgonfia una corazza. Non è facile aprire quella valvola, far vaporizzare tutti i traumi, le erre, i grumi, gli artigli ma anche un compagno fatto di plastica e aria, amato per tanto tempo. La nostra donna ci riuscirà. Alla fine come un uccellino appena nato, scoprirà di avere le ali, sarà traballante e instabile ma prima o poi spiccherà il volo.
Dopo aver visto questo spettacolo si esce da teatro e si è commossi dalla dolcezza, dalla precisione e dalla leggerezza con cui Irene Petra Zani riesce a intrecciare temi così spigolosi creando un incastro perfetto.
Visto e recensito da Paola Boccarossa