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Recensione
Un giorno di fuoco di Doriana Cambria

UN GIORNO DI FUOCO

di Beppe Fenoglio
Regis Gabriele Vacis
Con Beppe Rosso
Scene e luci Lucio Diana
Sound designer Massimiliano Bressan
Tecnici compagnia Adriano Antonucci e Marco Ferrero
Produzione A.M.A. Factory
In coproduzione con Produzioni Fuorivia e Centro Studi Beppe Fenoglio

Stagione Nudi di Fertili Terreni Teatro

Le terre delle langhe, il punto di vista di un bambino che guarda la sua famiglia vivace e la scrittura inconfondibile di Fenoglio. Gli elementi sono presenti già tutti nel testo di Un Giorno di Fuoco, racconto pubblicato postumo nella raccolta omonima.
Il protagonista va in vacanza dai suoi parenti a San Benedetto e qui viene a conoscenza di una strage: un certo Gallesio ha sparato al fratello, il nipote, e il parroco di Gorzegno, un paese vicino.
Con i suoi occhi e le sue orecchie Fenoglio bambino ci mette nella condizione di spettatori, con lui assistiamo alle reazioni che questa tragedia immane provoca negli abitanti delle langhe: ci permette di avere uno sguardo su tutta la società che popola Murazzano. È un testimone affascinato e non del tutto consapevole dell’entità dei fatti, che così acquistano in epicità e straniamento. Un po’ patteggia per Gallesio un po’, impaurito, per la polizia.
Lui non arriva a capire il significato profondo di quello che sta succedendo ma forse proprio per questo noi spettatori possiamo metterci del nostro. I fatti sono raccontati con ironia e leggerezza eppure le parole divampano in tutta la loro brutalità.
Parole che vengono messe in risalto dalla regia straordinaria di Gabriele Vacis e dalla voce di Beppe Rosso. Delle pietre appese a dei fili pendono dal soffitto e l’attore si muove tra di loro, spostandole e creando così un ritmo serrato, che ci ipnotizza e che ci scuote allo stesso tempo. E’ Rosso a tessere le fila del racconto e senza la sua voce profonda non sarebbe lo stesso.
Fenoglio bambino e Rosso diventano un tutt’uno, ma non solo, perché Rosso presta la sua voce anche a tutti gli altri personaggi che popolano questo ecosistema.
Uno spettacolo potentissimo, capace di prendere in giro la fascinazione che spesso si ha per la violenza e che mette in ridicolo i potenti. Nessuno agisce, ma tutti come tronchi rimangono a guardare.

Recensione di Doriana Cambria

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Fertili Terreni Teatro

Tre spazi, quello di Bellarte, di OFF TOPIC e di San Pietro in Vincoli Zona Teatro, tre compagnie teatrali, A.M.A Factory, Cubo Teatro, Tedacà si uniscono per offrire alla città un’unica e più ampia proposta di stagione diffusa.

Tre teatri che idealmente tracciano un filo rosso che attraversa e lega tre zone “periferiche” della città, un triangolo che determina uno “spazio” culturale e di creatività che prima non esisteva.

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